http://www.acem.eu/PPE/html/IT_eSUM_ppe.pdf
Sono orami 40 anni che vado in moto e, come tutti, ho parcheggiato nell’armadio un imbarazante numero di capi d’abbigliamento “specializzato” e molti di più ne ho regalati e buttati.
Come diceva Arbore? Meditate gente, meditate!
Le curve: riflessione su donne, motori e gastronomia
Questa riflessione è stata stimolata dalla lettura del brano “E’ meglio vivere lungo una retta o seguendo una curva? Dialogo tra Francesco e lo zio” di Fiorenzo Gori
E’ un immaginario dialogo tra zio e nipote sulla vita e sui vari modi con cui affrontarla: per linee rette o per linee curve.
Un racconto che ti porta con naturalezza, è scritto bene, a riflettere su come affrontiamo la nostra esistenza e le nostre passioni, in un mondo che non è diritto ma curvo ed in tre dimensioni, e ad una realtà che costringe a continue deviazioni, anche se spesso volute e piacevoli.
La bellezza sta dietro le curve ed appare improvvisamente per riempire di soddisfazione inattesa.
Il dritto deve essere usato per quello che è: un modo per arrivare alle curve se il tempo è tiranno o per procurarsi le risorse per seguire le nostre passioni.
L’uomo ricerca certezze, linee rette, chiare indicazioni; la logica imperante pensa di scrivere manuali con i quali si insegue la speranza che tutti possano fare tutto in qualsiasi parte del mondo, si cercano scorciatoie per non “perdere tempo” e trovare più tempo per trovare altre scorciatoie.
Fortunatamente il mondo è ancora regolato da leggi che costringono a continue deviazioni e curve.
Il motociclismo si ciba di curve, sono l’essenza del motociclismo, non potrebbe esistere il motociclismo se ci fossero solo strade o piste diritte (USA esclusi)
Le rette non provocano sensazioni forti, le curve sì e non solo nel motociclismo: come si dice, donne e motori …
Quando la mente pensa ad un viaggio, ad uno spostamento, disegna una retta che porta direttamente alla meta; la razionalità è proiettata ed arriva subito all’obiettivo, chiaro e definito: la realtà, fortunatamente, poi è un’altra.
Sedendoci di fronte alla carta, il momento più bello di un viaggio, abbiamo subito a che fare con percorsi tortuosi, da tempi imponderabili, da altimetrie accennate … curve!
La fretta va per linee rette: questo non vuol dire che la fretta e la velocità non siano buone cose, vanno bene per il lavoro, dove guadagnare in efficienza rende il business più sano, ma non va bene quando si sale in moto.
Le curve richiedono tempo per potercisi dedicare, serve passione, ci meritiamo il tempo per gustare la loro bellezza.
E quando siamo appagati dalle curve di carne e asfalto ci aspetta un’altro mondo fatto di curve: la tavola!
Il piatto è tondo, la concentrazione ed il tempo necessario per gustarlo è la stessa di una bella strada di montagna; il fast food è diritto, veloce, scomodo, lo slow food è pieno di curve, di tempo, di piacere.
E per chi non ci crede ci sono le foto …
“Gli Alberi, maestosi amici dei motociclisti” di Filippo Fantoni
Quante volte, vagando in motocicletta, siamo passati accanto a questi monumenti e non ci siamo accorti della loro presenza; eppure, alcuni di loro, sono enormi e secolari.
Con la luce del giorno il loro verde si confonde col resto del paesaggio ma vi siete mai accorti di quanto grandi siano appena fa buio? Sotto di loro si annulla la luce del cielo e le chiome nere li fanno apparire ancora più grandi. Il bosco di notte ha sempre evocato una profonda paura come di giorno è un rifugio di pace.
Le case sono malattie del paesaggio, gli alberi sono la sua salute e la sua bellezza.
Gli Alberi sono grandi evocatori di maestosità, forza, mistero, protezione, equilibrio, pace ma anche paura e curiosità e le foto ne sono un chiaro esempio.
Rallentate come segno di rispetto quando passate accanto a questi giganti silenzioni e loro ricambieranno offrendovi protezione e riparo dalle intemperie ed ombra contro il sole cocente.
Solidarieta` tra motociclisti
dal forum di QuelliDellElica:
***** SOLIDARIETÀ TRA MOTOCICLISTI (lunghetto ma leggete per favore) *****
…”una richiesta di aiuto a favore di uno sfortunato collega biker che, nel giugno scorso,nelle belle strade del mugello che tanti di noi avranno avuto modo di conoscere, ha subito un gravissimo incidente che lo ha ridotto su una sedia a rotelle”…
leggete il resto cliccando qui e, se potete, date un contributo !
Rossano è tornato
Gran bella girata Sabato scorso: non riuscivo a fermarmi, le condizioni erano perfette: bella temperatura, cielo azzurro costellato di nuvoloni bianchi e pannosi, strade sgombre anche se un po’ sporche, tante curve.
Qualche volta la compagnia ha espresso qualche fastidio per il ritmo impresso ma senza mai prendere la guida per rallentarlo o deviare il tragitto, segno evidente che il loro subconscio la pensava come me.Alla fine 450 divertentissimi kilometri, tante nuove strade (incredibile che se trovi ancora) e ritorno a casa a ridosso della cena; ma non è questa la bella notizia della giornata.
Devo fare un preambolo: non tutti conoscono le radici dei Rainmen che, come tutte le associazioni naturali, hanno punti di riferimento nati durante la loro storia. Uno di questi punti fermi è sempre stato Rossano, il gestore della trattoria “Il Castagno” di Vivo d’Orcia.
Perché Rossano è diventato un punto di riferimento non me lo ricordo: forse perché l’Amiata è una montagna scontrosa e la maggiornaza delle volte siamo arrivati a Vivo bagnati, infreddoliti e stanchi ed in queste condizioni un rifugio sicuro è una benedizione, forse perché Rossano e Siriana ci hanno sempre accolti come amici, forse sarà stato il camino sempre acceso nelle brutte giornate che ci è sempre stato concesso usare per asgiugare tute e guanti, forse per la genuina cucina con l’uso rigoroso di prodotti locali provenienti dai dintorni del campo di calcio, radura perfetta ai margini del fitto e popoloso bosco che circonda il paese.
Succede che per incredibili vicende familiari e sopravvenuti limiti di età Rossano vende tutto a degli incompetenti e ci mette in ginocchio; rimaniamo senza rifugio.
Lo scorso Sabato abbiamo fatto un sopralluogo per trovare un nuovo rifugio ma il risultato non è stato incoraggiante; già si stava insinuando il dubbio di dover abbandonare un pezzo di storia Rainmen, di dover tagliare uno dei tanti/pochi cordoni ombelicali rimasti, ed ecco che una sosta non programmata al crocevia ha cambiato la storia della giornata.
Abbiamo incontrato Rossano, festoso e rilassato, che ci ha dato un paio di notizie che ci hanno rigenerato: la figlia ha aperto un ristorante a Abbadia San Salvatore su per la strada “per la vetta”, con Siriana di supporto alla cucina (ristorante già recensito sul New York Times) ed il figlio ha l’intenzione di riprendere “Il Castagno” in mano una volta riacquistato il controllo dalla presente e disastrosa, confermiamo, gestione.
Rossano is back, sappiamo dove andare la prossima volta che saremo sull’Amiata e prima o poi riavremo il camino dove stendere i nostri panni bagnati!
Ora capite perché ho messo la quercia come apertura di questo scritto?
Ogni girata ha una storia legata, che si aggiunge ai kilometri e alle mete, che lascia in bocca un piacevole sapore di completezza; il gusto di aver riempito la giornata non solo di kilometri, non solo di buoni piatti, non solo di bei paesaggi ma anche di contatti umani, di scherzi con gli amici, di incontri con fantastiche persone.
Alla prossima e guardatevi le foto: premi quì
Si ricomincia …
Un nuovo motto per i rainmen scovato in un paesino nel Volterrano. Chissà come è finita una istallazione marina in un luogo lontano dal mare, forse un navigatore/motociclista che ha deciso di gettare l’ancora ma non lo spirito … che coincidenza, anche dei rainmen è rimasto lo spirito.
E come lo sconosciuto navigatore di terra ha lasciato la sua testimonianza ricoprendo un vecchio tronco di pezzi di scialuppa così noi possiamo usare il sito, il blog e le foto per lasciare la nostra.
Andate a vedere le foto dell’ultima girata, se qualcuno non si è divertito a spaginarle un’altra volta, fate i vostri commenti, inviate i vostri scritti, i vostri disegni, le vostre idee che ridaranno vitalità al nostro luogo di incontro virtuale; ovviamente vale di più trovarsi in motocicletta.
Purtroppo il tempo è tiranno e fortunatamente abbiamo tanto da fare mun po’ di tempo per visitare il sito ed entrare nel blog lo dobbiamo trovare.
Comunque un bell’inizio di 2010 per una nuova stagione piena di progetti ed iniziative che sommeranno ancora una volta un mare di kilometri.
Se scorrete indietro nel blog troverete già alcune idee per delle fughe motociclistiche dalla triste routine ed altre ne arriveranno.
Arrivederci
“Alla scoperta dell’Est” di Giacomo Melani
A volte ci sono posti, luoghi,nomi che ti rimbombano nella testa e che non riesci a far a meno di pensare…. questo mi succedeva quando sentivo parlare di Slovacchia. Il mio oratore era Filippo e quando si mette a parlare di qualcosa che lo ha affascinato, lui, ti travolge.
Ti senti dentro al suo racconto. Immagini quei posti con la tua mente e non vedi l’ora di poterli vedere anche con i tuoi occhi in modo da capire cosa stesse provando chi li narra. Sensazioni uniche.
Così respirata nell’aria la possibilità di avere qualche giorno di ferie in Settembre il pensiero diventa asfissiante e non puoi far a meno di programmare il giro. Di rito la cena a casa Fantoni prima della partenza in cui la raccolta di informazioni è doverosa e ricca di momenti magici.
Compagno di viaggio il prode Giovannin Della Vignarella (così piace presentarsi…) ovvero mio Cugino.
Partenza ore 15.17 di venerdì 4 settembre ’09. Primo trasferimento in totale apnea nella vicina Austria, sosta a Villach in un piccolo, pulito ed accogliente albergo nel centro città. Ottima cena in camera a base di fusilli ai wurstel e pinoli (ricetta inventata sul momento) e birrettina di rigore a due passi di distanza. Il giorno seguente inizia con una piccola visita nel paradiso terrestre dei motociclisti, la “Louis”, dove tutto vorresti, tutto desidereresti, tutto ti fa gola… fortuna siamo in moto e ciò non avverrà altrimenti addio giro. Temperatura di viaggio spettacolare. Tipo fine ottobre in Italia, quando già si selezionano i motociclisti dai possessori di moto. La direzione è N-E e decidiamo di andare a pernottare nella capitale della Slovacchia, del resto, avremmo mai potuto rinunciare alla famosissima “Saturday Bratislavian Night Fever”? . . .Ovvio che no! La serata, dopo un alloggio spettacolare in un ostello nel centro, passa piacevole anche se impegnativa… Il giorno seguente la destinazione rimane N-E. Attraversando in obliquo il paese si scorrono luoghi di un fascino unico preludio a quello che a breve vorrebbe essere la mia prossima avventura,la grande Madre Russia.
La strada, escluso un primo tratto totalmente rettilineo con un asfalto vergognoso, o meglio con “mattonellone” in cemento incastonate che peggio non si poteva, non è certo il massimo ma passata Nitra si entra nelle strade serie. Banskà Stiavnica è molto carina e le campagne e le colline circostanti ti fanno compagnia per svariati chilometri. L’architettura tipica dell’ex blocco sovietico campeggia sovrana un po’ in tutti i posti con l’eccezione di Banskà Bystrica dove ci accoglie una piazza in discesa molto particolare. I palazzi che la circondano ricordano un po’ quelli coloniali del Messico e tutto ciò esula molto da quanto trovato fino a quel momento.
Il nostro obiettivo è arrivare ai piedi dei Tatra la catena montuosa a cavallo tra Slovacchia e Polonia… Quindi si rimonta in sella e via. Si attraversano paesi piccolini dove la popolazione non se la passa poi così bene ed il grado di povertà è piuttosto alto. Molte le persone sul lato della strada a vendere funghi o frutti di bosco nella speranza di raccogliere qualche soldo. Le condizioni delle loro case sono a dir poco tragiche e le capanne sono costruite un po’ ovunque. Inutile dire che quel temerario “del mi’ cugino” (perdonate il gergo toscanaccio!) deve fermarsi per fotografare la situazione poco decorosa delle persone del luogo e loro, ovviamente, non la prendono molto bene ma la ripartenza è lesta e tutto prosegue dentro ad immagini da cartolina. Qualche sosta qua e là per le foto di rito mentre il sole volge al tramonto inondando qualsiasi cosa con quella luce particolare, non troppo forte né troppo tenue che mette in risalto linee, bordi, ombre, riflessi di una natura semplice e povera ma proprio per questo unica nel suo genere. Poi quando meno te lo aspetti esci da una curva e ti trovi davanti i Tatra. Maestosi. Imponenti. Con quelle cime a punta tipiche dei disegni dei bambini piccoli. Unici. Stasera si dorme a Spisska Sobota a 5 km da Poprad. L’albergo è consigliato dalla “Guida Fantoni” ovvero semplicemente fantastico. Il padrone ci fa parcheggiare praticamente in salotto. La struttura è per la maggior parte in legno, è accogliente, ospitale, familiare e pulitissima. Purtroppo abbiamo a disposizione solo la colazione per assaggiare i manicaretti della cucina e così ci accontentiamo di una pasta in camera. Io crollo letteralmente, per me rientrare la notte alle 5 e ripartire alle 9 è abbastanza gravoso. Per Giovannino non è niente ed esce alla ricerca di non si sa cosa (o meglio si sa!) ma la ricerca è vana e così l’instancabile come sempre si diletta scattando foto un po’ ovunque, basta non andare a letto. La mattina seguente il nostro palato gode spudoratamente. La colazione è a dir poco paradisiaca, la gentilezza dell’albergatore farebbe voglia di restare una settimana lì ma noi abbiamo i giorni contati e la partenza è d’obbligo.
Tutto fila liscio, il tempo continua ad essere buono, nuvoloso senza pioggia con qualche raggio di sole che spunta dal niente e dona colori e tonalità al paesaggio tali da sembrare d’essere dentro una cornice.
Mentre si viaggia troviamo un paio di boscaioli che spostano i tronchi come una volta ovvero con un cavallo da tiro. Ci fermiamo. Proviamo a scambiare qualche parola ma per loro esiste solo lo slovacco. Così a gesti ci facciamo un po’ capire e loro molto cortesemente ci fanno montare sul cavallo. Boia che bestia! Bella davvero. Alcune foto, gesticolate approssimative e si riparte.
Il confine con la Polonia è vicino e girare intorno ai Tatra è veramente affascinante. Ovunque ti fermi, anche ai bordi della strada, ti senti come soffocato da una senso di potenza che le montagne imprimono. Veramente molto strano a doter rappresentare ma è così ed è “i’su bello”.
La strada che prosegue verso Zacopane è molto ben tenuta, si snoda tra pini altissimi e la vegetazione al risveglio dalla notte profuma intensamente… Purtroppo Zacopane è la località sciistica di punta della Polonia, essendo in buona istanza la sola, quindi al di là di case fantastiche tutte di legno c’è di molta confusione. Di conseguenza la nostra mente si proietta subito verso Cracovia, la nostra tappa serale. Percorriamo strade secondarie molto interessanti, sia perché ben tenute sia perché si attraversano paesini molto carini e gli abitanti sono molto cortesi. Ci fermiamo in un lato per vedere una signora che munge una mucca come una volta, sgabello e secchio. Mi domando: “Io che ho 32 anni ed ho avuto la fortuna di passare buona parte delle mie estati in montagna mi emoziono a vedere il latte appena munto, con quella panna spettacolare che a momenti l’affetti… ma chi nasce ora, questi autentici spettacoli della natura se li godrà???” … glielo auguro di cuore!
Arriviamo verso le 17 Cracovia. Subito ti avvolge un fascino particolare che avevo provato solo a Praga fino ad oggi.
Anche questa è una cosa che si spiega un po’ male a parole ma è come se la storia di quel posto si voglia far rispettare dandoti già all’arrivo un benvenuto tutto particolare. Alloggio fantastico in un vecchio palazzo con le scale a chiocciola interne tutte in legno vicinissimo al centro. Si molla i bagagli, moto (debitamente accudita da un canone in un’officina) e si parte per la conquista del centro. In Polonia non è stato ancora fatto il passaggio alla moneta unica europea, lo sloty è la moneta polacca, di conseguenza il cambio è ottimo ed il costo della vita, per noi “bischeri”, è ancora basso (per poco… purtroppo!). La piazza centrale è molto suggestiva e le piccole vie nel centro estremamente caratteristiche. Approfittiamo del tempo a disposizione per fare un po’ di shopping, scattare qualche foto e farsi una bevuta in santa pace. Poi cena a costo praticamente irrisorio per il quantitativo di cibo ingurgitato e due passi nell’altra parte della città chiamata Kasimir, luogo pieno di locali molto carini e fulcro delle serate di baldoria dei cracoviensi, o cracoviani? (no così sembran marziani!) insomma dei giovani di Cracovia.
Il giorno seguente si riparte dalla città polacca con un po’ di nostalgia, avrebbe meritato decisamente un ulteriore giornata per visitarla meglio ma non abbiamo alternative e così ci rimettiamo in sella per macinare un po’ di chilometri sulla via del ritorno in Italia.
Lungo il percorso tappa obbligata sono i baracchini lungo la strada in cui si vendono formaggi, miele, pani strani, pellame e articoli fatti a mano dalle signore del luogo. Appena usciti da Cracovia ci immettiamo su una specie di superstrada incredibile molto veloce e ricca di curve. La fantasia porta la mente a pensarla una specie di circuito chiuso dove si potrebbe fare una bella gara stile North West 200 o il mitico Mountain Circuit dell’isola di Man (ok non volevo essere blasfemo, quello è l’olimpo non tocchiamolo!). Prima di passare il confine ed entrare nuovamente in Slovacchia ci fermiamo un attimo in un’area di servizio ed in pratica con una manciata di sloty la svaligiamo. La strada che ci attende verso Zilina non è poi il massimo così decidiamo di fare un pezzo di autostrada per arrivare più velocemente in un tratto che reputiamo più interessante in direzione Bratislava. Il caldo comincia a dar fastidio. Ad un certo punto su un tratto rettilineo un po’ in salita scorgo un cartello marrone con l’indicazione di un castello… Bisognerà anche fermarci un pochino per scovare qualcosa che Filippo non conosce, sennò come faccio a fargli invidia!!!
In mezzo al bosco dopo qualche km. di sterrato troviamo una specie di abbazia mezza diroccata. S.Caterinae. In realtà è una costruzione che non sappiamo bene per quale motivo non sia mai stata terminata. Bella la posizione. Bella la struttura stessa e così ci sdraiamo un po’ sotto ad un susino a riposare le stanche membra. E poi… via.
Via per rientrare in Austria altrimenti il giorno seguente non sarà facile tornare a casa per la sera. Ovviamente nel groviglio di autostrade al confine slovacco-austro-magiaro sbagliamo direzione così ci scappa una toccata e fuga di qualche chilometro in Ungheria… Mmm… Pensandoci bene in un giorno s’è toccato 4 nazioni. Non è tanto questo che ti rallegra quanto il fatto che sbagliando strada ammiriamo un tramonto molto suggestivo. Bellissima la palla incandescente che si immerge all’orizzonte… Ottimo errore!
Si dorme in suolo austriaco dove un’altra piccola pensione ci sazia con ottimo cibo ed un gran bel letto. La partenza, la mattina seguente, ci indirizza verso il PfaffelPasse. Tutte le sante volte che passo dall’Austria mi piace sempre di più. Le montagne bellissime. Le strade sempre ben tenute e ricche di curve. La benzina costa poco. Il mangiare e la irra costano poco. Le persone son gentili ed ospitali, soprattutto nei piccoli paesi o frazioni montane. Bisogna organizzarsi meglio per trascorrerci più tempo ovvia!
Entrati in autostrada dopo la fantastica deviazione con tanto di caffè in cima al passo (tanto per non farsi mancare mai nulla) la mente ti trasporta già a casa. Ormai i chilometri che ci rimangono da percorrere sulla via del rientro sono solo autostrada e così dentro il casco ti rifai tutto il viaggio dalla partenza. Ormai viaggiare a 130km/h e su dirizzoni infiniti rallegra ben poco lo sguardo, meglio non annoiarsi e sognare nuovamente. Viaggia. Mente. Non ti fermare mai e pensa a tutto ciò che hai visto e soprattutto a tutto quello che potrai vedere alla prossima uscita…
Adesivi 2010
Sono arrivati i gli adesivi catarifrangenti 2010 dei Rainmen.
I più fortunati se li sono visti recapitare ieri nella soleggiata girata del Sabato.
Gli altri sono ora informati…
Il nostro motociclista è qui rappresentato in una piega notturna tardo-primaverile…
Aria condizionata sulla moto
Ecco la soluzione:
Motorcycle Air Conditioner by EntroSys (clicca qui per visitare il sito)
Questo apparecchio produce aria fredda e calda, quindi aria condizionata e riscaldamento. E’ alimentato dalla moto stessa, quindi non necessita di ricarica.
Mi sembra un pò ingombrante, soprattutto perchè va portato con sè ogni volta che si parcheggia, insieme al casco e alla borsa da serbatoio, tutto con due sole mani….ma vuoi mettere il sollievo l’estate, quando guidi e fuori fa 40 gradi all’ombra ?
In consegna nel 2010, è possibile prenotarlo.
calendario corse su strada – irlanda 2010
Irish Road Racing Calendar 2010
————————————-
Sat 20th March Killinchy / MCRRCI. Irish Clubmans S/C C/Ship Bishopscourt
Sat 27th March Mid Antrim. Closed to club S/Circuit Provisional To be confirmed
Fri 2nd April Killinchy / MCRRCI Irish Superbikes ( ISB ) Bishopscourt
Sat 3rd April Killinchy / MCRRCI Irish Superbikes ( ISB ) Bishopscourt
Mon 5th April B& D Irish Superbikes ( ISB ) Kirkistown
Sat 17th April Temple. Irish Clubmans S/C C/Ship Bishopscourt
Fri 23rd April Cookstown “100” Road Races Practice
Sat 24th April Cookstown “100” Road Races Irish Championship
Fri 30th April Tandragee “100” Road Race Practice
Sat 1st May Tandragee “100” Road Race Irish Championship
Mon 3rd May Bishopscourt Irish Clubmans S/C C/Ship Bishopscourt
Sat 15th May International North West “200” Road Races or See Sat 22nd May
Sat 5th June B&D. Irish Clubmans S/C C/Ship Kirkistown
Sun 13th June Irish Superbike ( ISB ) Club to be confirmed To be confirmed
Fri 18th June Bush Road Races. Practice
Sat 19th June Bush Road Races. Irish Championship
Sat 26th June Athea Road Race Practice
Sun 27th June Athea Road Races Irish Championship
Fri 2n July Skerries Road Races Practice
Sat 3rd July Skerries Road Races Irish Championship
Sat 10th July Walderstown Road Race Practice
Sunday 11th July Walderstown Road Races Irish Championship
Tues 13th July Killinchy / MCRRCI Irish Superbikes ( ISB ) Kirkistown
Sat 17th July Kells Road Race Practice
Sun 18th July Kells International Road Races Irish Championship
Sat 24th July Faugheen Road Race Practice
Sun 25th July Faugheen Road Races Irish Championship
Fri 30th July Mid Antrim “150” Road Race Practice
Sat 31st July Mid Antrim “150” Road Races Irish Championship
Fri 6th August Armoy Road Race Practice
Sat 7th August Armoy Road Races Irish Championship
Wed 11th August Dundrod “150” / UGP Road Race Practice
Thur 12th August UGP Practice / Dundrod “150” Road Races Non Championship
Sat 14th August UGP International Road Race
Wed 18th August Dundrod “150” Road Race Practice
Thur 19th August UGP Practice / Dundrod “150” Road Races Non Championship
Sat 21st Aug UGP International Road Races
Sat 21st Aug Killinchy / MCRRCI Irish C/Mans S/C C/Ship Bishopscourt
Sat 28th August Cork Road Race Practice
Sun 29th Aug Cork Road Races Irish Championship
Sat 4th Sept B&D Irish C/Mans S/C C/Ship
Sat 11th Sept Killalane Road Race Practice
Sun 12th Sept Killalane Road Races Irish Championship
Sat 18th Natwich & Cheshire Irish Superbikes ( ISB ) Anglesey
Sun 19th Natwich & Cheshire Irish Superbikes ( ISB ) Anglesey
Sat 25th Sept Killinchy / MCRRCI Irish C/Mans S/C C/Ship Bishopscourt
Sat 16th October Hillsborough Irish Superbikes ( ISB ) Bishopscourt
Sun 17th October Hillsborough Irish Superbikes ( ISB )