Questa riflessione è stata stimolata dalla lettura del brano “E’ meglio vivere lungo una retta o seguendo una curva? Dialogo tra Francesco e lo zio” di Fiorenzo Gori
E’ un immaginario dialogo tra zio e nipote sulla vita e sui vari modi con cui affrontarla: per linee rette o per linee curve.
Un racconto che ti porta con naturalezza, è scritto bene, a riflettere su come affrontiamo la nostra esistenza e le nostre passioni, in un mondo che non è diritto ma curvo ed in tre dimensioni, e ad una realtà che costringe a continue deviazioni, anche se spesso volute e piacevoli.
La bellezza sta dietro le curve ed appare improvvisamente per riempire di soddisfazione inattesa.
Il dritto deve essere usato per quello che è: un modo per arrivare alle curve se il tempo è tiranno o per procurarsi le risorse per seguire le nostre passioni.
L’uomo ricerca certezze, linee rette, chiare indicazioni; la logica imperante pensa di scrivere manuali con i quali si insegue la speranza che tutti possano fare tutto in qualsiasi parte del mondo, si cercano scorciatoie per non “perdere tempo” e trovare più tempo per trovare altre scorciatoie.
Fortunatamente il mondo è ancora regolato da leggi che costringono a continue deviazioni e curve.
Il motociclismo si ciba di curve, sono l’essenza del motociclismo, non potrebbe esistere il motociclismo se ci fossero solo strade o piste diritte (USA esclusi)
Le rette non provocano sensazioni forti, le curve sì e non solo nel motociclismo: come si dice, donne e motori …
Quando la mente pensa ad un viaggio, ad uno spostamento, disegna una retta che porta direttamente alla meta; la razionalità è proiettata ed arriva subito all’obiettivo, chiaro e definito: la realtà, fortunatamente, poi è un’altra.
Sedendoci di fronte alla carta, il momento più bello di un viaggio, abbiamo subito a che fare con percorsi tortuosi, da tempi imponderabili, da altimetrie accennate … curve!
La fretta va per linee rette: questo non vuol dire che la fretta e la velocità non siano buone cose, vanno bene per il lavoro, dove guadagnare in efficienza rende il business più sano, ma non va bene quando si sale in moto.
Le curve richiedono tempo per potercisi dedicare, serve passione, ci meritiamo il tempo per gustare la loro bellezza.
E quando siamo appagati dalle curve di carne e asfalto ci aspetta un’altro mondo fatto di curve: la tavola!
Il piatto è tondo, la concentrazione ed il tempo necessario per gustarlo è la stessa di una bella strada di montagna; il fast food è diritto, veloce, scomodo, lo slow food è pieno di curve, di tempo, di piacere.
E per chi non ci crede ci sono le foto …