I passi del Melo – Aggiornamenti

I passi del Melo: seconda uscita

Tocca a Frassineto e Mandrioli, guardate le foto.

Fa sempre piacere percorrere la splendida strada che collega La Verna con Città di Castello, sede dell’omonima corsa in salita e per questo tirata come un biliardo. Clima ancora invernale mentre aggiriamo le sorgenti del Tevere, con neve sui cigli delle strade esposte a Nord e boschi ancora marroni. Sosta ai Laghi Pontini, un posto sempre rilassante ritagliato da un pezzo di Alpi e trasportato in Appennino. Gelato a Soci perché c’è ancora chi fa le bizze come da piccino sul lungomare:-)

I passi del Melo: recupero prima uscita

E’ stata organizzata una uscita per recuperare alcuni amici che non avevano fatto Cerventosa e Montanina; una girata per scoprire delle colline sconosciute e non frequentate ma dai panorami mozzafiato che spaziano dal lago Trasimeno, ai Sibillini, al Monte Amiata. I dintorni di Ansina, con le sue ville ed i campi di tabacco, sono tutti da scoprire magari con qualche deviazione se c’è tempo. Guardatevi le foto; promossi e ripetenti tutti insieme.

Consigli

Nel caso siano fatti uno o più passi concatenati nella stessa giornata, lo scontrino che certifica il completamento di un passo sarà considerato valido come partenza per il successivo; in tempi duri meglio risparmiare i soldi per la benzina.

Cronaca nera

Si è consumato sulle strade tra Bibbiena e La Verna un rapporto contro natura che tanto ricorda quello più famoso tra la figlia del Mascetti e il sottococo Giovannone; il rapporto si è consumato sotto gli occhi di testimoni attoniti, rimasti impietriti davanti all’inaudito accaduto ma che nulla hanno fatto per impedirlo; solo un fotografo professionista, che lavorando in sala operatoria è abituato a ben altri e più orribili spettacoli, è riuscito con (s)pregevole freddezza a documentare l’accoppiamento; per chi è di stomaco forte ci sono le foto che per dovere di cronaca sono costretto a pubblicare.

Abbiamo iniziato i passi del Melo

Finalmente siamo riusciti ad organizzare la partenza di questo challenge che ci vedrà impegnati per il resto dell’anno.

Una occasione per ripassare in maniera sistematica tutti i passi fatti, qualcuno oramai scordato, con una carta in mano e cercando di congiungerli con un senso motociclistico.

Abbiamo iniziato a spuntare la lista …

… e a collezionare scontrini (che possono funzionare anche da consigli per la sosta)

Sabato 26 replichiamo, anzi aggiungiamo; intanto guardatevi le foto

L’Osteria Primo Rifugio

Come viene l’inverno, quello con la neve, a noi ci prende la voglia di andare sull’Amiata, di per se una montagna fosca che con la neve diventa più allegra anche se sempre parecchio fredda.

L’unica cosa che ci è mancata negli ultimi tre anni è l’ospitalità di Rossano al Castagno, ristorante prima passato di gestione e poi definitivamente scomparso per incapacità dei subentranti. Avevamo però una debola traccia, lasciata dallo stesso Rossano, per trovare la moglie e la figlia, gestrici di un altro ristorante sempre sull’Amiata,

Abbiamo seguito le tracce e siamo arrivati al Primo Rifugio Amiatino dove abbiamo trovato Seriana e Clara: la stessa accoglienza, la stessa ottima cucina ed il camino sempre acceso come ai tempi di Rossano.  

Vi lascio il numero di telefono nel caso passiate di là: 0577 789705

Andate a veder le foto

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2011

Augurando a tutti i frequentatori del blog un grande 2011, ovviamente da spendere più sulla moto che a fare altre inutili cose, Vi invito a guardare le foto della prima uscita 2011: cliccate qui

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Le curve: riflessione su donne, motori e gastronomia

Questa riflessione è stata stimolata dalla lettura del brano “E’ meglio vivere lungo una retta o seguendo una curva? Dialogo tra Francesco e lo zio” di Fiorenzo Gori
E’ un immaginario dialogo tra zio e nipote sulla vita e sui vari modi con cui affrontarla: per linee rette o per linee curve.
Un racconto che ti porta con naturalezza, è scritto bene, a riflettere su come affrontiamo la nostra esistenza e le nostre passioni, in un mondo che non è diritto ma curvo ed in tre dimensioni, e ad una realtà che costringe a continue deviazioni, anche se spesso volute e piacevoli.
La bellezza sta dietro le curve ed appare improvvisamente per riempire di soddisfazione inattesa.
Il dritto deve essere usato per quello che è: un modo per arrivare alle curve se il tempo è tiranno o per procurarsi le risorse per seguire le nostre passioni.
L’uomo ricerca certezze, linee rette, chiare indicazioni; la logica imperante pensa di scrivere manuali con i quali si insegue la speranza che tutti possano fare tutto in qualsiasi parte del mondo, si cercano scorciatoie per non “perdere tempo” e trovare più tempo per trovare altre scorciatoie.
Fortunatamente il mondo è ancora regolato da leggi che costringono a continue deviazioni e curve.
Il motociclismo si ciba di curve, sono l’essenza del motociclismo, non potrebbe esistere il motociclismo se ci fossero solo strade o piste diritte (USA esclusi)
Le rette non provocano sensazioni forti, le curve sì e non solo nel motociclismo: come si dice, donne e motori …
Quando la mente pensa ad un viaggio, ad uno spostamento, disegna una retta che porta direttamente alla meta; la razionalità è proiettata ed arriva subito all’obiettivo, chiaro e definito: la realtà, fortunatamente, poi è un’altra.
Sedendoci di fronte alla carta, il momento più bello di un viaggio, abbiamo subito a che fare con percorsi tortuosi, da tempi imponderabili, da altimetrie accennate … curve!
La fretta va per linee rette: questo non vuol dire che la fretta e la velocità non siano buone cose, vanno bene per il lavoro, dove guadagnare in efficienza rende il business più sano, ma non va bene quando si sale in moto.
Le curve richiedono tempo per potercisi dedicare, serve passione, ci meritiamo il tempo per gustare la loro bellezza.
E quando siamo appagati dalle curve di carne e asfalto ci aspetta un’altro mondo fatto di curve: la tavola!
Il piatto è tondo, la concentrazione ed il tempo necessario per gustarlo è la stessa di una bella strada di montagna; il fast food è diritto, veloce, scomodo, lo slow food è pieno di curve, di tempo, di piacere.

E per chi non ci crede ci sono le foto

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“Gli Alberi, maestosi amici dei motociclisti” di Filippo Fantoni

Quante volte, vagando in motocicletta, siamo passati accanto a questi monumenti e non ci siamo accorti della loro presenza; eppure, alcuni di loro, sono enormi e secolari.

Con la luce del giorno il loro verde si confonde col resto del paesaggio ma vi siete mai accorti di quanto grandi siano appena fa buio? Sotto di loro si annulla la luce del cielo e le chiome nere li fanno apparire ancora più grandi. Il bosco di notte ha sempre evocato una profonda paura come di giorno è un rifugio di pace.

Le case sono malattie del paesaggio, gli alberi sono la sua salute e la sua bellezza.
Gli Alberi sono grandi evocatori di maestosità, forza, mistero, protezione, equilibrio, pace ma anche paura e curiosità e le foto ne sono un chiaro esempio.

Rallentate come segno di rispetto quando passate accanto a questi giganti silenzioni e loro ricambieranno offrendovi protezione e riparo dalle intemperie ed ombra contro il sole cocente.

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Rossano è tornato


Gran bella girata Sabato scorso: non riuscivo a fermarmi, le condizioni erano perfette: bella temperatura, cielo azzurro costellato di nuvoloni bianchi e pannosi, strade sgombre anche se un po’ sporche, tante curve.
Qualche volta la compagnia ha espresso qualche fastidio per il ritmo impresso ma senza mai prendere la guida per rallentarlo o deviare il tragitto, segno evidente che il loro subconscio la pensava come me.Alla fine 450 divertentissimi kilometri, tante nuove strade (incredibile che se trovi ancora) e ritorno a casa a ridosso della cena; ma non è questa la bella notizia della giornata.
Devo fare un preambolo: non tutti conoscono le radici dei Rainmen che, come tutte le associazioni naturali, hanno punti di riferimento nati durante la loro storia. Uno di questi punti fermi è sempre stato Rossano, il gestore della trattoria “Il Castagno” di Vivo d’Orcia.
Perché Rossano è diventato un punto di riferimento non me lo ricordo: forse perché l’Amiata è una montagna scontrosa e la maggiornaza delle volte siamo arrivati a Vivo bagnati, infreddoliti e stanchi ed in queste condizioni un rifugio sicuro è una benedizione, forse perché Rossano e Siriana ci hanno sempre accolti come amici, forse sarà stato il camino sempre acceso nelle brutte giornate che ci è sempre stato concesso usare per asgiugare tute e guanti, forse per la genuina cucina con l’uso rigoroso di prodotti locali provenienti dai dintorni del campo di calcio, radura perfetta ai margini del fitto e popoloso bosco che circonda il paese.
Succede che per incredibili vicende familiari e sopravvenuti limiti di età Rossano vende tutto a degli incompetenti e ci mette in ginocchio; rimaniamo senza rifugio.
Lo scorso Sabato abbiamo fatto un sopralluogo per trovare un nuovo rifugio ma il risultato non è stato incoraggiante; già si stava insinuando il dubbio di dover abbandonare un pezzo di storia Rainmen, di dover tagliare uno dei tanti/pochi cordoni ombelicali rimasti, ed ecco che una sosta non programmata al crocevia ha cambiato la storia della giornata.
Abbiamo incontrato Rossano, festoso e rilassato, che ci ha dato un paio di notizie che ci hanno rigenerato: la figlia ha aperto un ristorante a Abbadia San Salvatore su per la strada “per la vetta”, con Siriana di supporto alla cucina (ristorante già recensito sul New York Times) ed il figlio ha l’intenzione di riprendere “Il Castagno” in mano una volta riacquistato il controllo dalla presente e disastrosa, confermiamo, gestione.
Rossano is back, sappiamo dove andare la prossima volta che saremo sull’Amiata e prima o poi riavremo il camino dove stendere i nostri panni bagnati!
Ora capite perché ho messo la quercia come apertura di questo scritto?
Ogni girata ha una storia legata, che si aggiunge ai kilometri e alle mete, che lascia in bocca un piacevole sapore di completezza; il gusto di aver riempito la giornata non solo di kilometri, non solo di buoni piatti, non solo di bei paesaggi ma anche di contatti umani, di scherzi con gli amici, di incontri con fantastiche persone.
Alla prossima e guardatevi le foto: premi quì

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Le avventure di Milko da Torvaianica

La coraggiosa avventura era iniziata un mese prima quando il coraggioso Milko era partito alla volta di Cesena per incontrare un amico e per iniziare a fare un po’ delle strade del Challenge.
Purtroppo il prezioso mono ammortizzatore appena acquistato esplode, vedere le foto per credere, e lascia il nostro eroe a piedi.
Doppia gita in treno per tornare al lavoro e andare a riprendere la moto, un pessimo ricordo della E45 ed il nostro è pronto per il Challenge.
Le sue parole sono la miglior descrizione della giornata dai sentimenti contrastati:


“Dopo che un amico mi aveva parlato del Rainmen Challenge, ieri sera ho deciso di visitare il sito…E DI PARTIRE PER L’EXTREME.
Così,
stamattina alle 5 in punto sono partito alla volta di Pistoia.
Inutile dire che l’itinerario è fantastico…tutto troppo bello…forse troppo per essere vero…Tutto andava per il meglio, i checkpoint rispettati in orario e alle 12.43 parto da Pacetto e mi dirigo per l’Agriturismo "Il Volpino"…quando mancano alcuni km a Popiglio, sento un botto sordo provenire dal posteriore "tock"…penso che si sia trattato di un sasso sparato via sul parafango, e invece la moto comincia a sbandare.

"Cazzo, ho bucato" … ebbene sì, sulla SS12 subito prima di Dogana Nuova mi ritrovo con il posteriore a terra; era tutto troppo bello, ero in perfetto orario, avevo guidato per posti fantastici, dalle mie parti le prime strade decenti le trovo quando vado in Abruzzo, avevo una discreta fame, già pensavo al pranzo nell’Agriturismo e invece tutto si è spezzato in un momento.
Comunque, mi faccio coraggio e vado di Fast, sperando che il chiodo che si intravedeva fuoriuscire dalla gomma fosse di piccolo taglio; invece era un megachiodo ricurvo…incredibile!
In quelle condizioni il Fast non può nulla e infatti riesce solamente a risollevare di poco la gomma per poi perdere immediatamente pressione.
A quel punto decido di tornare indietro verso Fiumalbo, un paese incontrato poco prima dove la provvidenza del motociclismo ha voluto che lì esistesse un officina che ripara anche pneumatici…"F.lli Nizzi", questo il suo nome.”

A questo punto interrompiamo la narrazione per consigliare a Milko una visita da qualche sciamano per farsi togliere il malocchio dal posteriore della sua moto, di gran lunga la parte più debole … riprende la narrazione:

“Riparata la gomma, si era fatto tardi e per non rischiare ulteriori sorprese decido di mettere la prua per Roma
Con molta tristezza penso a che brutta fine abbia fatto la mia splendida giornata in moto.
Alla fine sono stati 988,2 km tutti d’un fiato di cui circa 700 nell’afosa pallostrada, ma quei quasi 300 di curve e paesaggi spettacolari mi hanno ripagato del lungo e difficile viaggio.

In allegato troverete le foto che raccontano il tutto. Clicca qui per le foto.

Negli scontrini ritirati ai check ho notato che l’orologio del bar "Vecchio Pulter" è decisamente fuori orario…sono arrivato nel bar alle 10 e 45 circa…gliel’ho fatto notare, hanno detto che avrebbero sistemato…Un altra cosa…in tutti e 4 i bar dove ho fatto il check, non sanno neanche cosa sia il timbro del rainman di cui si parla nel sito…il vecchio Pacetto, mi ha guardato in maniera davvero perplessa…hi hi hi…”

Un’altro pezzo di challenge, un tanto di cappello a chi si è fatto 1000km per godersi un challenge ed un complimento personale per l’indomito entusiasmo e per non essersi fatto scoraggiare dalle avversità. Prendiamo nota delle disfunzioni e cogliamo l’occasione per ricordarvi che l’obbligo del timbro come pure quello dei check point prestabiliti è stato eliminato anche se il sito ancora li riporta; procuratevi uno scontrino nel luogo stabilito e prendete i check point scritti sul road book come un suggerimento.


A presto…al prossimo Challenge.