Rossano è tornato


Gran bella girata Sabato scorso: non riuscivo a fermarmi, le condizioni erano perfette: bella temperatura, cielo azzurro costellato di nuvoloni bianchi e pannosi, strade sgombre anche se un po’ sporche, tante curve.
Qualche volta la compagnia ha espresso qualche fastidio per il ritmo impresso ma senza mai prendere la guida per rallentarlo o deviare il tragitto, segno evidente che il loro subconscio la pensava come me.Alla fine 450 divertentissimi kilometri, tante nuove strade (incredibile che se trovi ancora) e ritorno a casa a ridosso della cena; ma non è questa la bella notizia della giornata.
Devo fare un preambolo: non tutti conoscono le radici dei Rainmen che, come tutte le associazioni naturali, hanno punti di riferimento nati durante la loro storia. Uno di questi punti fermi è sempre stato Rossano, il gestore della trattoria “Il Castagno” di Vivo d’Orcia.
Perché Rossano è diventato un punto di riferimento non me lo ricordo: forse perché l’Amiata è una montagna scontrosa e la maggiornaza delle volte siamo arrivati a Vivo bagnati, infreddoliti e stanchi ed in queste condizioni un rifugio sicuro è una benedizione, forse perché Rossano e Siriana ci hanno sempre accolti come amici, forse sarà stato il camino sempre acceso nelle brutte giornate che ci è sempre stato concesso usare per asgiugare tute e guanti, forse per la genuina cucina con l’uso rigoroso di prodotti locali provenienti dai dintorni del campo di calcio, radura perfetta ai margini del fitto e popoloso bosco che circonda il paese.
Succede che per incredibili vicende familiari e sopravvenuti limiti di età Rossano vende tutto a degli incompetenti e ci mette in ginocchio; rimaniamo senza rifugio.
Lo scorso Sabato abbiamo fatto un sopralluogo per trovare un nuovo rifugio ma il risultato non è stato incoraggiante; già si stava insinuando il dubbio di dover abbandonare un pezzo di storia Rainmen, di dover tagliare uno dei tanti/pochi cordoni ombelicali rimasti, ed ecco che una sosta non programmata al crocevia ha cambiato la storia della giornata.
Abbiamo incontrato Rossano, festoso e rilassato, che ci ha dato un paio di notizie che ci hanno rigenerato: la figlia ha aperto un ristorante a Abbadia San Salvatore su per la strada “per la vetta”, con Siriana di supporto alla cucina (ristorante già recensito sul New York Times) ed il figlio ha l’intenzione di riprendere “Il Castagno” in mano una volta riacquistato il controllo dalla presente e disastrosa, confermiamo, gestione.
Rossano is back, sappiamo dove andare la prossima volta che saremo sull’Amiata e prima o poi riavremo il camino dove stendere i nostri panni bagnati!
Ora capite perché ho messo la quercia come apertura di questo scritto?
Ogni girata ha una storia legata, che si aggiunge ai kilometri e alle mete, che lascia in bocca un piacevole sapore di completezza; il gusto di aver riempito la giornata non solo di kilometri, non solo di buoni piatti, non solo di bei paesaggi ma anche di contatti umani, di scherzi con gli amici, di incontri con fantastiche persone.
Alla prossima e guardatevi le foto: premi quì

2 comments

  1. Caro Simone apprezzo tantissimo il tuo modo di pensare,godere, assaporare, le gite in moto con gli amici bellissimo articolo.
    Saluti

    1. Grazie dell’incoraggiamento.
      Cerchiamo tutti di condividere le nostre emozioni per far godere gli altri come godiamo noi.
      Presto torneremo a trovare Rossano nella neve.

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