Mentre sto rimettendo a posto le cartine, oramai a metà strada tra casa e la Slovenia, scopro che mi sono portato dietro tutto il materiale della Slovacchia; non credo alle coincidenze ma lo stesso giorno Filippo mi dice che ha incontrato una persona innamorata della Slovacchia che gli gira l’indirizzo di un amico fotografo piuttosto bravo (clicca quì); non credo alle coincidenze ma lo stesso giorno mi dicono che Giacomo ha deciso di andare in Slovacchia in motocicletta.
E allora parliamo di Slovacchia
E’ stata una delle prime mete delle favolose uscite estive dei Rainmen, quando ancora c’erano frontiere da superare, anche se scalcinate ed in via di dismissione, che ti facevano provare il brivido del “chissà cosa troveremo di là”, nei misteriosi paesi dell’Est; di sorprese in effetti ne abbiamo trovate tante e tutte positive.
La Slovacchia è stata anche la prima tappa di un ambizioso programma che ci doveva far visitare tutti i paesi attraversati dai Carpazi, programma a buon punto ma non ancora completato … comunque c’è tempo anche se con il passare degli anni questi luoghi si stanno deteriorando per troppo turismo.
Viaggiare in Slovacchia è stato come entrare in una macchina del tempo per fare un salto all’indietro di un secolo, in una Austria agricola ed austera con i campi lavorati a mano, le belle chiese con le guglie appuntite, i boschi infiniti, i paesaggi morbidi e verdi, i bei castelli dal sapore “Carpatico”; abbiamo attraversato paesi senza una macchina né un attrezzo agricolo motorizzato, dove i bambini giocavano nei fossi di acqua cristallina, le contadine giravano con le gerle sulle spalle e la pezzola in capo intorno a case di legno dipinto ed intarsiato.
Le donne erano e saranno ancora belle, una bella razza la Slovacca: bionde, dal portamento nobile e austero e dai modi decisi … gli uomini sono solo gentili.
La cucina è povera ma saporita e sempre ben presentata, gli alberghi economici e puliti, le strade decenti anche se richiedono attenzione, comunque non più che in Italia, il caffè alla turca Vi mancherà come pure i distributori di benzina, se non hanno perso il vizio di far pulire il parabrezza da avvenenti fanciulle.
Anche se l’ottimo rapporto qualità prezzo sta richiamando tanti turisti c’è ancora ampio spazio per qualche deviazione per incontrare la vera Slovacchia e le foto nel sito dell’amico Yuri lo dimostrano; Giacomo ci darà poi conferma al suo ritorno dalle vacanze.
La regola è sempre la solita: saltare in moto, prendere la prima deviazione che capita e via: i motociclisti sono rimasti gli unici paladini del turismo a misura di uomo e dobbiamo sostenerlo lasciando le “Disneyland” a chi viaggia in pullman, in macchina o, peggio, in camper.
La Romania è l’unico grosso pezzo che ci manca per concludere il giro dei Carpazi.
Posto questo messaggio nel blog per vedere di raccogliere adesioni da chi ci legge.
Cena per questa e per organizzare la trasferta in Irlanda?
Dobbiamo iniziare a seminare