In moto-rêverie

di Iain Antony Mcleod

Viaggiavo con la moto una mattina nel centro della nostra bellissima città.
Probabilmente era sabato, o perlomeno ero in vacanza, i negozi aperti e io senza una meta precisa…

Passando
davanti al mio vecchio liceo vidi un ragazzino  sul motorino. Strano quel tipo pensai, con i capelli lunghi e il motorino scassato.
Ero attratto da lui, avrei potuto superarlo e dimenticarmene, invece gli stavo dietro, un pò imbarazzato; se si volta e vede che lo ‘seguo’, magari chissà cosa pensa.
Ma lui non sembrava preoccuparsene, andava per la sua strada.
Aveva l’aria familiare, eppure non era il fratello minore di nessuno dei miei amici.
Guardai la sua silohuette, i pantaloni a zampa d’elefante, i capelli lunghi, pareva essere venuto da un altro tempo.
Il sangue mi si gelò: ero io!
Ero io che guidavo quel motorino; era il mio vecchio Peugeot di vent’anni prima.
Mi guardai con simpatia, ripensai a come mi sentivo in quel periodo, alle mie illusioni, a quello che doveva riservarmi il futuro…
Chissà chi era la mia ragazza a quel tempo, cosa avrei fatto una volta tornato a casa, vedendo tranquillamente i miei genitori vivi, come ogni giorno.
Mi abituai all’idea di essere dietro a me stesso da giovane.
Naturalmente pensai di fermarlo, di mettermi seduto sul marciapiede come facevo allora con lui e chiacchierare; ma questo avrebbe cambiato le cose, non mi ricordo di essere mai stato fermato da me stesso, vecchio, grasso e disilluso, sposato con prole. Di certo me ne sarei ricordato! Così lo lasciai andare, senza neppure voltarsi, lui girò improvvisamente in una strada in controsenso, non ebbi neppure l’istinto di seguirlo. È pazzo, pensai, prendere un controsenso a quella velocità. Poi mi ricordai che circa una decina di anni fa, era stato invertito il senso di marcia di quel vicolo, e che era vietato a me, non a lui.

1 comment

  1. Mi ero totalmente di aver scritto questo pezzo.
    Grazie Gio per averlo ritrovato…
    Ti ringrazio per averlo resuscitato…
    Non ricordo il pezzo, né quando l’ho scritto, sicuramente più di dieci anni fa; di certo prima di essere grasso, sposato e con prole.
    Mi domando se all’epoca fossero già morti in miei. Si parla di venticinque anni fa…

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