Io, Centauro – V – L’abito fa il motociclista

di Filippo Fantoni
Se per il monaco il vestiario è irrilevante, per il motociclista l’abito è di capitale importanza: è lo scudo col quale si protegge dalle intemperie e si difende nelle cadute. Non importa quale moto si usi e quante se ne possegga, è l’abito che fa il motociclista…

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7 comments

  1. Avanti così, ragazzo, avanti così…

    Sto iniziando ad affezionarmi a questi testi…
    Uno più intrigante dell’altro. E non so da quale partire..

    Mi sa che mi ci abbono, come si fa?
    🙂

    Ogni periodo una scoperta… come un paesaggio dopo una curva, direi…

      1. Ciao.
        ci tengo a precisare che non sono una motociclista, mi è stato segnalato questo blog da un amico.
        Voglio esprire un pensiero al commento “l’abito non fa il monaco”.
        Credo che per un motociclista parlare di abito è sbagliato, io se indossassi una tuta da motociclista non cambierebbe assolutamente.
        Per un motociclista indossare la tuta è come avere una seconda pelle. Un abbigliamento non cambia nulla.

        1. Il concetto non è male.
          Il rapporto tra la montura da motociclistica ed un semplice abito non è lo stesso.
          Io non ho mai portato addosso un abito quanto ho portato la stessa tuta e le ho ancora tutte.
          Infatti mi ci sono affezionato nonostante i suoi difetti (come la moglie?)
          Ho comprato gli stivali nuovi e non li ho mai messi perché mi spiace abbandonare i vecchi

        2. Eppure, a volte, chi indossa la tuta si trasforma. Cambia personalità. Smessa giacca e cravatta, dietro l’anonimato del casco, impenna, piega, percorre marciapiedi a manetta. E per molta gente è questa l’icona del motociclista.

          Dai ragazzi togliamoci i caschi, inforchiamo gli occhiali da sole e torniamo a goderci i panorami, il profumo delle acacie in fiore, magari a 60 all’ora. Smettiamo di cercare la corda delle curve e allunghiamoci la vita, Godendocela e rispettando quella degli altri.

  2. Ciao a tutti, mi piacerebbe che non ci fossero commenti anonimi, al limite inventatevi un nickname.
    Abito, tuta, seconda pelle, non cambia nulla nemmeno per un motociclista. Non vi ricordate che andavamo in moto senza casco, senza guanti, con i pantaloncini corti e la t-shirt? per non parlare delle ragazze con i sandali.

    1. Già che bello, quasi mi scordavo, le insolazioni agli avambracci, le ustioni al polpaccione …
      Bei tempi andati, eh?

      Ma è anche questo ciò di cui parla l’articolo.
      La seconda pelle se ne andava dopo una settimana, a forma di marmitta, quando eravamo ‘alternativi’.
      Se la moto deve essere passione, che passione sia, non inteso come sofferenza, stavolta…

      Comunque è vero che si tratta di seconda pelle. Io ho la fortuna di portare pantaloni e/o giacca quotidianamente, e devo dire che me la sento davvero come seconda pelle.

      L’anonimo/a che ha commentato prima ha ragione.
      L’abito forse fa il monaco, la tuta in pelle non necessariamente, ma è una buona ‘divisa’.
      A chi chiede quando ho la tuta se sono in moto, rispondo spesso che no, sono in bici, ma meglio non fidarsi…
      Come quando, avendo chiesto lumi, sono rimasto bloccato con la moto sull’A1 per neve e la Soc. Autostrade mi chiese se avevo catene a bordo, m’è toccato rispondere che no, non ero sado/maso, e le catene non le avevo con me…

      😉

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