Dialogo, probabile, tra due motociclisti
Fiorenzo
G. Possiamo stabilire dove termina la moto ed inizia il resto della realtà?
F. Cercare di definire il confine della tua BMW è un compito affascinante quanto complesso.
G. Non vedo questa complessità, la moto ha una forma definita dai pezzi che la compongono, fanale, ruote, manopola, testata e tutto il resto. Il confine di un oggetto è dato dalla forma fisica delle parti che lo compongono.
F. Non avere fretta, prima di tutto cerchiamo di definire cosa sia un confine.
G. E’ il contorno di un oggetto, dove esso termina e inizia qualcos’altro.
F. Un confine non è solo dove finisce o inizia qualcosa, è anche un “luogo” di contatto dove avvengono scambi e contaminazioni.
G. Vuoi dire che un confine non divide ma mette in comunicazione?
F. L’una e l’altra possibilità coesistono soprattutto quando si tratta di oggetti la cui funzione si esplica muovendosi. Ogni tratto di confine è indissolubilmente il luogo di scambi e di separazioni.
G. Come può essere che allo stesso tempo il confine separa e permette scambi tra due cose distinte?
F. Ogni contaminazione non può che avvenire dove c’è una differenza, nell’uniformità e nella continuità gli scambi non si pongono. Mischiando due vernici dello stesso colore si ottiene una quantità superiore della stessa vernice, non si ha nessuna contaminazione di colore. Sui confini si addensano le differenze le discontinuità quindi numerose e frequenti sono le possibili contaminazioni.
G. Quali scambi, quali contaminazioni, quali flussi possono avvenire sui confini di una moto?
F. Il contatto tra la gomma della ruota e la strada rappresenta una possibile zona del confine che andiamo cercando. La moto senza quel punto d’aderenza perderebbe la sua funzione, perché nessuna spinta potrebbe agire, nessun mutamento di posizione potrebbe generarsi. Nel procedere però quella zona è in continuo cambiamento e con essa l’inafferrabile confine.
G. Secondo il tuo bizzarro ragionamento il confine della moto quando viaggia non può essere ben definito in quanto si estenderebbe al territorio che attraversa?
F. Praticamente la moto nel procedere disegna il suo fluido confine. Ma ci sono ancora altri aspetti da prendere in considerazione se vogliamo individuare il confine della moto. Il guidatore, la pompa della benzina ed anche il territorio.
G. Stai forze iniziando un gioco? Pensavo che il nostro dialogo fosse serio.
F. Il gioco, che è sempre una cosa seria, ti invita adesso a chiederti quale sia il confine di un giocatore di tennis o di un saltatore con l’asta durante una gara.
G. Anche muovendosi, piegandosi il contorno dell’atleta “disegna” forme diverse ma rimane determinato dal suo corpo.
F. Il momentaneo confine del tennista è disegnato anche dai movimenti della racchetta e per il saltatore forse va collocato la dove si posiziona la punta dell’asta. Non dimenticare che il confine è anche il luogo dove si determinano contatti, relazioni e scambi.
G. Ragionando cosi tutti gli oggetti concorrono a determinare il confine di un uomo?
F. Un bastone, un martello, un motore, le pinne, definiscono confini della persona che li sta usando. Questi oggetti li chiamerei di “estensione” in quanto estendono le facoltà fisiche e il momentaneo confine di una persona.
G. Nonostante quello che hai detto non riesco a vedere per la moto un confine diverso da quello determinato dalla sua fisicità.
F. Abbiamo detto che il confine di un motociclista in viaggio si estende perlomeno a tutta la sua moto; guidatore e moto sono un’unica indivisibile e solidale entità. Quindi il confine della mia moto quando la guido si estende fino a comprendermi e a comprenderti se sei sopra.
G. Mi stai proponendo una visione della realtà singolare e bizzarra.
F. E’ così; ma non basta. Anche il rumore, la luce dei fanali, l’odore e il calore emanati dalla moto concorrono a determinarne il confine.
G. Come può il rumore tracciare un confine?
F. Un distratto passante che si trovi disavvedutamente in mezzo alla strada può essere avvisato dell’arrivo di un pericolo dal suono del clacson. La moto, con quello squillo, estende la sua presenza a qualche decina di metri. Il viandante, viceversa estende il suo fino alla moto. Penso proprio che il confine della moto sia difficilmente definibile, si presenta infatti fluido, aperto, dinamico in base alle azioni svolte e alle situazioni in cui questa si trova.
G. Come possiamo concludere?
F. Siamo più vicini alla realtà se diciamo che il confine della moto è il territorio che questa attraversa. Esso viene determinato dagli incroci, grovigli di dubbi che colorano il viaggio, dalle salite che qualcuno scende, dai sorpassi che permettono di precedere gli altri nella scoperta dell’ignoto. Rimane ancora un aspetto: non solo il confine della moto è il territorio ma viceversa le caratteristiche del territorio dipendono dal modo di attraversarlo.
G. Il territorio sarebbe determinato dalle azioni del guidatore e della sua moto?
F. Questo è un discorso che possiamo affrontare un’altra volta, per adesso ti fornisco alcuni stimoli per pensare.