Spadino è Pierlucio Tinazzi e la sua storia, se ancora non la sapete, la potete leggere qui.
Quest’anno, come succede da ormai dieci anni, a centinaia i motociclisti francesi e italiani si sono incontrati all’ingresso del traforo del Monte Bianco, lato italiano, per ricordarlo come uno dei loro.
C’ero anche io…Domenica 29 marzo mi sono recato al punto di raduno per gli italiani, fissato alle 14:00 nella piazza del mercato di Morgex. Da qui ci siamo mossi in lunga coda verso il traforo scortati dalla polizia, la quale che bloccava il traffico proveniente dalle strade laterali per permettere il passaggio delle centinaia di moto che formavano un lungo corteo. Unico neo, la scorta era in auto, magari il prossimo anno potrebbero mandare una scorta in moto.
Al piazzale del traforo c’erano già i fratelli (una parola che si è sentita spesso nei discorsi e nell’aria, nulla di retorico) francesi. Il tunnel viene chiuso per un’ora nel giorno del Memorial per permettere il passaggio del corteo scortato. C’è stata un’ora circa di discorsi: presidente e vicepresidente del Coordinamento Motociclisti, il sindaco di Courmayeur, il vice-prefetto francese di Saint Julien en Genevois (motociclista anche lui) e il rappresentante della Federation Francaise des Motard en Colère (federazione francese motociclisti incazzati).
Grande risalto ai problemi della sicurezza sulle strade da entrambe le parti, con riferimenti alla battaglia vinta a Bruxelles dalla FEMA sul caso dei guard-rail assassini. Naturalmente molte volte è stato ricordato Spadino e il suo coraggio che ne fa un eroe e allo stesso tempo una persona che “ha fatto solamente il suo dovere”, come hanno dichiarato i responsabili della sicurezza del tunnel.
Poi c’è stato il minuto di silenzio per commemorare: per un minuto ogni motociclista ha tenuto il proprio casco levato in alto verso il cielo, tutti insieme. In quel momento ho sentito i brividi su per la schiena, non me ne scorderò mai. Subito dopo i francesi al grido di “on chauffe !” sono corsi alle moto, hanno acceso e dato di gas tutti insieme per un altro minuto. Infine un rinfresco in una rimessa.
Tutto qui, volevo solo ricordare che il memorial si svolge tutti gli anni, e che ogni motociclista dovrebbe annoverarlo nel suo carnet di viaggi, insieme all’ElefantenTreffen, a Capo Nord, al TT dell’isola di Man, etc…. anzi dovrebbe metterlo in cima.
Il prossimo anno, lasciatevi libero l’ultimo week-end di marzo e fate un salto al Memorial Spadino, è un’esperienza che vale la pena di fare come persone e come motociclisti.
“…the bravest act ever performed on a motorcycle.”
“…la cosa più coraggiosa mai fatta su una moto.”
così ne parla Mark Gardiner in un bellissimo articolo pubblicato nel 2006 su Road Racer X:
Backmarker: Into the Darkness.
Lettura vivamente consigliata.
Da brivido, bel reportage!
Da anni sento ricordare questo avvenimento.
Prima o poi….
Grazie per aver condiviso con noi.