Mappe e carte geografiche

di Simone Chiari
Le mappe hanno sempre suscitato un fascino particolare, come le penne e la carta.Non ho mai razionalizzato la ragione, ma quando mi trovo davanti a un negozio di carte e guide, come quelli di penne e quaderni, ne vengo attratto fino al limite ultimo dell’acquisto inutile…

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3 comments

  1. Quanta verità, quanta saggezza in queste parole.
    Scontata, se vogliamo, perché ognuno di noi usa una carta; ma che ci riporta all’essenza del viaggio. Del partire.
    In casa abbiamo appena finito di pianificare un bel viaggio, a nord; guardato mappe, controllato km, e alla fine di tutto ciò ci siamo resi conto che non potevamo permettercelo.

    Ma come dici te, la carta è anche sogno, magari ricordo di ciò che non sarà stato. E’ decisamente compagna di viaggio, anche se immaginario…

    1. Pianificare un viaggio non è mai tempo perso.
      A volte passano anni prima che un sogno si realizzi.
      Penso al TT o alla Route des Grand Alpes, pensati e pianificati per anni e poi realizzati alla prima occasione, infilandosi in una piccola finestra di tempo che si apre improvvisamente e che possiamo sfruttare proprio perché è tutto già pianificato.
      Io ne ho ancora molti pronti, giro del Baltico, i paesi Carpatici con le mogli motocicliste, e prima o poi li faremo … bisogna sempre avere un sogno in testa, mai cullarsi nel passato e guardare avanti

  2. Per la scelta del percorso la cartografia geografica e stradale è insostituibile.
    Per la confidenza che ripongo nei segni grafici scoperti con gli scout sull’IGM 1:25000, la desidero sempre con me.
    Un piccolo palmare, tecnologicamente superato (IPAQ H3760), con un programmino demo (OziExplorer) e le carte stradali frammentate in tanti jpeg, riuniscono in pochi newton i territori con le vie da seguire e da evitare.
    Una comunicazione seriale ad infrarossi tra un po’ di elettronica dedicata alla ricezione di qualche satellite artificiale e IPAQ, fa apparire sullo schermo un segno rosso a forma di freccia, lì dove sono.
    Ovviamente non in movimento, devo fermarmi. Ma rispetto agli atlanti da aprire e dispiegare con il vento o sotto l’acqua, magari di notte, un po’ di questa tecnologia va a vantaggio e non sminuisce il fascino della cartina o delle sue fotocopie.
    Non conosco il livello di aggiornamento dei ‘navigatori’ che oggi spopolano, ma non credo che ora come ora riescano a visualizzare tutti i dettagli riportati nelle cartine e catturati col jpeg, anche se comunicassero con la simpatica voce del Ranzani, o quella più dolce di Monica.

    p.

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