Paolo
Savorgnan
domenica 10 febbraio 2008
La preziosa… continua
Paolo Savorgnan, magentino solo per nascita, è salito in sella a una Moto a 48 anni, una ZX-10 “Tomcat 1000”.
«Vuoi far ricca tua moglie con le assicurazioni?» gli gufavano i colleghi in ufficio. Non si è arreso. E quando può (la moglie) la fa accomodare sulla sella e via, senza premura, ad ammirare il bello che c’è ancora, fuori della porta di casa.
Io, che ho pedalato solo su biciclette e su un Demm monomarcia del ’75, cercavo uno scooterone. Lo cercavo da qualche mese, annunci, riviste, «secondamano», aste on-line. Lo cercavo per la sella larga, comoda soprattutto per la “zavorrina”, con maniglioni solidi e abbondante spazio sotto le dita per non incastrarle.
Era avanzata, oramai, quella notte del 2003, ero immerso nel PC di casa a cercare 150cc, 250, 400, 500… e mi arriva in diretta una e-mail di Alberto.
Alberto lo conosco da molti anni. Lavora troppo, al computer sta su fino a tardissimo. Se gli scrivi ti risponde subito, è generoso.
Abbiamo fatto l’OMAR [Istituto tecnico industriale con specializzazioni in elettronica, elettrotecnica, meccanica e chimica, n.d.r.] a Novara, ma non abbiamo fatto a tempo a incontrarci lì, lui si era diplomato prima della mia iscrizione.
Non ricordo ora l’argomento, ma gli ho risposto.
Mi richiese:«cosa fai ancora lì a quest’ora?».
Gli spiegai (ripetendo la frase di Snoopy) “che stavo tirando tardi…” a cercare di spendere 2-3000 euro per acquistare uno scooterone.
La risposta di Alberto fu fulminea e urlava allo scandalo:«Nooooo… uno scooter Mai!!!!!» …e poi a spiegarmi l’intrinseca problematica degli scooter su instabilità, insicurezza, giroscopio… proseguendo con un elogio alla superiorità delle Moto.
Ne fui sconvolto perché non immaginavo un divario tanto ampio tra Moto e scooter.
I giorni seguenti Alberto mi propose di valutare un “usato” in conto vendita presso un meccanico suo amico. Naturalmente un concessionario Kawa, per lui esiste solo quella marca. La moto che mi consigliava era una Kawa 500 bicilindrica, però non ero convinto.
Al ritorno mi ha detto:«Io avrei la moto per te, sta dormendo nel mio garage, ma è una grossa cilindrata, forse per cominciare è troppo».
Paolo Savorgnan, magentino solo per nascita, è salito in sella a una moto a 48 anni, una ZX-10 Tomcat 1000. «Vuoi far ricca tua moglie con le assicurazioni?» gli gufavano i colleghi in ufficio. Non si è arreso. Quando può (la moglie) la fa accomodare sulla sella e via, senza premura, ad ammirare il bello che c’è ancora, fuori della porta di casa.
Scoprii quindi la “Preziosa” (ancora non sapevo che avesse questo nome), e avvertii le palpitazioni per la livrea rossa e bianco-perla attorno a un potente 16 valvole.
Fu così che, prossimo ai 50 anni, mi ritrovai in sella, e per la prima volta, a 100 Nm, troppi per iniziare ma esaltanti.
Piccoli giri, pochi chilometri da casa, come un ragazzino in bicicletta le prime volte da solo senza il papà. In seguito la confidenza cresceva, la distanza aumentava: Milano, Balmuccia, San Remo lungo le A7, A26, A10, Lavachey, e la “Preziosa” sempre generosa e precisa per darmi quello che sto a chiederle con la manetta del “gas”.
Azzardo il paragone con il maggiolino Herbie, quel rapporto di affetto tra conducente e veicolo che pure il bravo The Doctor 46 riesce a mostrarci, dopo aver tagliato il traguardo di un Gran Premio.
Non sono ancora un motociclista, neppure vesto da motociclista. E riguardo la sella larga che cercavo negli scooter l’ho ritrovata comoda sulla “Preziosa”: con mia moglie in sella, lo scorso 23° Anniversario, abbiamo percorso turisticamente 250 km in 6÷7 ore, senza affaticarci.
Ora evidenzio col pennarello sull’Atlante del Motociclista le strade percorse. C’è anche quella da Magenta a San Remo: una linea tortuosa che transita per Vercelli, Trino, Asti, Alba, Fossano, Mondovì, Pamparato, Garessio, Col di Nava, Mendatica, Colle di Garezzo, Triora, Taggia Arma: strade statali, una superstrada per apprezzare il vento, poi ancora strade statali, regionali, militari, tre valichi.
Il tratto più impegnativo è da Mendatica a Triora, la strada non è asfaltata e tra rocce e buche era preferibile una cross o un quad, ma nonostante ciò la “Preziosa” mi ha tenuto in piedi, come avesse le “rotelline”.
Inizia una nuova stagione: sul mio Atlante del Motociclista, come le radici di una pianta, dovranno allungarsi e infittirsi le strade evidenziate.