Salta fuori che Ian è stato un pilota di corse su strada, tipo Tourist Trophy (TT), per intenderci. Parte delle splendide moto che abbiamo visto, le più in ordine, sono realmente servite per correre e così capiamo anche l’origine delle coppe e delle corone d’alloro viste in giro.

Ian ci mostra decine di foto di corse, cadute e vittorie; si spoglia senza pudore per farci vedere le medaglie conquistate nelle tante battaglie combattute: una serie di impressionanti cicatrici che, insieme all’andatura claudicante, certificano la sua incredibile passione per le moto.


Infine ci confessa che gli è rimasto un sogno: correre al TT, almeno nella sfilata storica. È commovente sentirlo parlare ancora di sogni.


La terza sorpresa

Per tutto il tempo che siamo stati a giro per i vari stanzoni non abbiamo né sentito né visto la moglie di Ian. Ci ha calorosamente salutati quando siamo entrati e poi è sparita in casa. Durante ogni trasferimento tra locali, officina e magazzini però sentivo un gran rumore di pentole e piatti al lavoro: non ci avevo fatto caso perché era mezza mattina ed è quindi naturale sentir rumore di vettovaglie a ridosso del pranzo. Quando però ci siamo definitivamente seduti abbiamo scoperto la ragione di tanto trambusto.

Si inizia con un gran vassoio di panini caldi e dolci, tondi e cotti alla perfezione; la signora li butta lì come se fare il pane in casa per gruppi di motociclisti affamati fosse una cosa naturale e ovvia.


La prima vassoiata di panini sparisce in un colpo di gas, ma questo non scoraggia la signora che ne presenta un’altra piramide.

Poi arriva la stoccata: non si può murare a secco e arrivano quindi tante belle scodelle di goulash caldo dove, ci fa capire a gesti la signora, devono essere inzuppati i panini; invito a nozze accettato e secondo vassoio di panini annegati nel goulash divorati in un istante.

Siamo ai saluti e sinceramente non saprei cosa mettere al primo posto nei miei ricordi: l’indomito meccanico pluri-fratturato, vero esempio di passione, la moglie regina dell’ospitalità o quella splendida sensazione di pace ed equilibrio (motociclistico ovviamente) come quando si è stati ricevuti da un santone.

 
 
 

Simone nasce nel 1957 a Firenze. Nel 1973 acquista un Corsarino truccato, poi una Husquarna 125. Con la Ducati prova l’ebrezza della pista, infine  approda alla più tranquilla marca dell’elica. Festeggerà i suoi trentacinque anni da centauro sull’isola di Man per il TT 2008.