Maria
Rodighiero
giovedì 10 gennaio 2008
Memorie di una neofita
Neve d’Ottobre
È un sabato di fine ottobre, i boschi non si sono ancora completamente rivestiti della loro livrea autunnale, la temperatura è stata mite per tutta la mattinata riscaldata da un sole gentile, il cielo ci ha concesso ampi spazi di sereno. È stato facile inanellare curve, accelerare sicuri sull’asfalto ancora pulito e non ingombro di foglie e terriccio; unica minaccia le scie fangose lasciate dai trattori. Solo verso La Verna il tempo è cambiato e siamo arrivati a parcheggiare sotto una pioggia grossa e improvvisa che forse è nevischio. Ma tutto sembra risolto quando usciamo dal ristorante: il sole ambrato del pomeriggio autunnale ha rifatto capolino e l’atmosfera è pervasa da una luce dorata diffusa, come un pulviscolo luminoso.
Ripartiamo. Simone, il mio moroso, la mia “moto guida”, mi lascia al gruppo di amici. Il tempo è incerto, a casa ha un impegno improrogabile e io non sono un fulmine su due ruote. Attraversiamo il Casentino e ci fermiamo a prendere il tè a Stia, nel tragitto prendiamo l’acqua, la temperatura è calata, ma il giro è ormai quasi finito; penso con desiderio alla vasca bollente e schiumosa che mi aspetta a casa. Ormai manca solo il passo di Croce ai Mori e scendere a Londa.
Mentre ci avviciniamo alla montagna vediamo all’orizzonte la cima del passo
Maria a quindici anni sale sul Ciao, che le rubano dopo sei mesi,
quindi guida saltuariamente Vespe altrui.
Nel settembre 2006 ha acquistato la sua prima moto, una BMW 650 GS Dakar.
avvolta da una nube grigia tempestata di perle lucenti rosso arancio; intorno boschi verdi striati di giallo con ancora le foglie. La strada azzurra sale, le curve si stringono, il rumore del motore si attutisce, la visiera si riempie velocemente di soffici fiocchi, tutto è bianco, la luce è calda, il sole ormai basso filtra nella bufera e ci avvolge in un’atmosfera surreale.
Con la mano levo la neve dal casco per recuperare la visibilità, ma il gesto, incredibile per stagione e latitudine, deve ripetersi di frequente. Il fondo stradale ora non è più così sicuro, comincia la discesa, non devo frenare troppo, non devo piegare troppo, mantenere l’aderenza è fondamentale. E così scio leggera, ma incredibilmente sicura per quelle curve con la mia moto bianca come la neve.
Mi viene da pensare a quando, solo tre mesi fa, per la prima volta avevo fatto quella strada da sola per raggiungere gli amici in cima al passo. Era una calda giornata di giugno, ero così fiera perché era la prima volta che guidavo la moto in solitaria, quanta ansia nonostante le condizioni climatiche perfette. Incredibile sentirmi ora tanto a mio agio anche sotto la neve.
Allora tutto si può imparare!