In motocicletta fino a Bucarest (prima puntata)
mercoledì 26 marzo 2008
Prima puntata
Nel tardo Aprile del 1995 due motociclisti inglesi si incontrarono sul confine fra Ungheria e Romania in una località precedentemente concordata, partendo in modo separato, rispettivamente da Cambridge e da Oxford. Il mio amico John, in sella a una Bmw R100rs, diretto a Istanbul dove avrebbe visitato la sorella laggiù espatriata. Io, invece, diretto verso l’Europa Orientale per una esplorazione di due mesi, in sella a una spartana Bmw R80gs, una specie di Land Rover a due ruote.
Viaggiare con la moto in Romania, a quel tempo, era un’avventura imprevedibile, perciò avevamo riempito le nostre valigie di oggetti utili. Io portavo con me vecchie guide e mappe poco accurate (allora non esistevano carte dettagliate) e John, temendo la fame, aveva caricato una enorme quantità di spaghetti in scatola; infine l’indirizzo dell’unico nostro contatto: un giornalista di Bucarest che nessuno di noi aveva mai incontrato. Era il capo redattore dell’agenzia Reuters e, temevamo, troppo importante per riceverci.
Una sarcastica guardia di frontiera ci aveva messo in guardia dai banditi e dalle strade dall’asfalto spaventoso. I banditi li avremmo incontrati più tardi, ma le strade disintegrate ci colpirono fin dall’inizio.
Circumnavigando cautamente i crateri, entrammo in Oradea, la nostra prima città Transilvana, lungo una strada i cui bordi erano percorsi da enormi tubi coibentati che trasportavano acqua calda e dai quali cadevano ammassi di materiale isolante.
Attraversata la pianura, alle spalle di questa città, arrivammo alle pendici della montuosa Transilvania, dove il nostro lento e difficile avanzare per strade lunghe e dritte si trasformò in una serie di curve strozzate e su per salite, fra pecore al pascolo. I villaggi rumeni, ungheresi e germanici, hanno una caratteristica comune: mura di cinta che racchiudono cortili pieni di animali e carri lungo tutta la casa da entrambi i lati della strada e con dei recinti nella parte posteriore.
Il campeggio a Cluj era chiuso; piantammo le tende alcune miglia più a sud, in un prato presso Copaceni, un paesino all’ingresso di una gola montuosa.
Aurel, un uomo del posto che parlava tedesco, ci mise in guardia dal campeggiare lì, a causa di un orso che viveva in una grotta non lontana.
Una famiglia del luogo ci ospitò e così vivemmo la nostra prima esperienza di ospitalità rumena in una modesta casa di mattoni e fango abitata da Gheorge, meccanico, pastore e fabbro.
L’esperienza esplorativa più significante fu arrivare fino alla città di Sigisoara. Guidammo per una ripida stradella, passando sotto un arco fino a bloccarci di fronte alla vista della più bella torre in Transilvania. Alla fine di questa strada a ciottoli, una vasta tenda barocca scintillante di piastrelle multicolori sovrastava la parte alta della porta della torre come nella novella di Hansel e Gretel.
Sulla destra, la modesta casa dove Vlad, l’impalatore, era nato. La strada era deserta a eccezione di una moto con sidecar di costruzione sovietica.
Mark Powell l’abbiamo già incontrato nei «Motoritratti» con Una notte sugli appennini; questa è la prima puntata di un racconto di viaggio in terra rumena.
Mark Powell
In motocicletta fino a Bucarest
(un viaggio esplorativo per conto di ACE Tours)